PLAM Studio

P

L

A

M

Il museo al centro

Video

COMMITTENTE
Università degli Studi di Ferrara,
Bando Giovani 5×1000

ANNO
2024

LUOGO
Ferrara (FE)

“Il Museo al centro. Strategie progettuali e narrative per Palazzo Costabili a Ferrara” è una ricerca finanziata dall’Università degli Studi di Ferrara con il bando “Giovani 5×1000”, ideato da Benedetta Caglioti, Raffaella Cantore, Rachele Dubbini, Francesca Romana Fiano e Gianluca Forgione e sviluppato in collaborazione con il Ministero della Cultura.

I quattro video del progetto sono stati diretti e realizzati da Plam Studio nel 2024, con le composizioni musicali di Luca Cei.

L’obbiettivo è di raccontare la realtà di Palazzo Costabili, edificio emblema dell’architettura rinascimentale della città, sede del Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.

La sfida è stata quella di raccontare un’opera d’arte che ospita altrettante opere d’arte e trasmettere l’importanza di cura e tutela dei patrimoni, tramite una narrazione multidisciplinare che coinvolge quattro discipline differenti: architettura, archeologia, storia dell’arte e letteratura.
I video sono stati pensati per essere delle pillole culturali, dense di significato, al fine di incuriosire gli spettatori e invitarli alla scoperta del museo. Il tema della cura ripercorre tutti i video: dalla cura del dettaglio architettonico, alla cura dell’amicizia, al mito di Eros e Anteros, per finire nella cura del patrimonio culturale.

Video 1
Amo coloro che mi amano.
Un’umanistica architettura

Palazzo Costabili, espressione del momento più alto della cultura della Corte Estense a fine ‘400, è figlio di una progettazione corale tra le maestranze dell’epoca e il suo committente, Antonio Costabili.
Ritroviamo lo spessore culturale e la sensibilità della committenza nei dettagli architettonici come i capitelli decorati a tutto tondo, la ricerca di simmetria, nell’innovativa scelta dell’illuminazione delle scalinate tramite due oblò rivolti verso il cielo, nelle decorazioni incise su ogni singolo gradino. Per portare lo spettatore a cercare la cura, le inquadrature sono di dettaglio senza svelare l’edificio nella sua interezza, le riprese fisse come fossero fotografie invitano alla contemplazione dell’architettura.
Il testo selezionato per il primo video è liberamente tratto dal proemio del poemetto dei distici di Celio Calcagnini, Anteros sive De Mutuo Amore, in cui viene ripreso il motto di Costabili, Diligentes me diligo, ovvero Io amo coloro che mi amano, titolo del video.

Video 2
Eros e Anteros.
Il mito dipinto

Nel secondo video lo spettatore entra nella Sala del Tesoro, con il particolare soffitto dipinto dal pittore Garofalo, punta di diamante della pittura italiana rinascimentale.
Il mito di Eros e Anteros, testo liberamente tratto da Temistio, detta il ritmo del montaggio e le immagini vengono messe al servizio del racconto. Alcune delle diciotto lunette perimetrali al soffitto, che altro non sono che la rappresentazione del mito, scorrono nel video come fossero diapositive, alternate a close-up del dipinto, del medaglione dorato e del giardino esterno alla Sala. Grazie ai macro-dettagli realizzati, il video è una vera estensione dell’esperienza della visita, colmando la distanza della posizione del dipinto rispetto al visitatore.

Video 3
Amante e Amato da Spina.
La coppa Zeus e Ganimede

Nel terzo video, entriamo all’interno del Museo, accompagnati dal testo liberamente tratto da Dionigi di Alicarnasso, Antichità Romane 1.18.3, scopriamo le ricchezze della città di Spina, testimonianze dell’importanza che ebbe come snodo dei commerci etruschi nel Mediterraneo, anello di congiunzione tra Oriente e Occidente.
Nella prima parte del video miti ed usanze vengono sfogliati su ampi crateri, coppe e piatti. La seconda parte, si apre con un’eclissi della coppa di Zeus e Ganimede, reperto unico e speciale non solo per la valenza artistica del manufatto ma soprattutto per il valore simbolico del mito raffigurato.
Avviene così lo svelamento dell’oggetto, con giochi di luci ed ombre, scopriamo la storia del mito, i suoi dettagli, le sue simbologie, accompagnati da un testo liberamente tratto da le Elegie di Teognide e il Fedro di Platone.

Video 4
Non picciola cura.
Spazi di ricerca del Museo

Il quarto video racconta i magazzini del Museo, posizionati sia nelle fondamenta e sia nella soffitta di Palazzo Costabili, che risultano essere i luoghi in cui contenitore e contenuto si incontrano verso un unico obiettivo: la cura.

Le volte dei sotterranei del palazzo avvolgono i reperti archeologici in catalogazione e sequestrati da privati, così come le travi del soffitto vegliano e custodiscono gli scaffali colmi di storia. In questi luoghi si entra in contatto con il “dietro le quinte”, dove operatori e addetti al settore possono interagire con gli oggetti senza il filtro delle teche protettive. Dove vi è l’archivio, non l’esposizione fruibile dal pubblico esterno, avviene il vero sentimento di cura e conservazione (Lettera di Raffaello e di Baldassare Castiglione a Leone X, 1519).

Composizione musicale

La musica che accompagna le immagini e le parole dei video è strutturata sulla tecnica del bicinium, in cui due melodie si intrecciano in contrappunto, particolarmente frequentata tra XV e XVI secolo.
Il tema della dualità è presente in tutti e quattro gli episodi: le bifore del palazzo, l’amore reciproco tra i fratelli del mito, il sentimento di comunione tra il committente e i suoi amici, Zeus e Ganimede, la cura che i moderni pongono nel conservare e tramandare l’antico.
Più specificatamente, nel secondo episodio, che narra la storia di Eros e Anteros descritta nelle lunette di Garofalo, le due linee melodiche tentano un vero e proprio approccio madrigalistico al racconto, in un continuo rimando tra parole e suono. Nel quarto video, la scoperta dei luoghi di conservazione dei reperti archeologici è accompagnata da una musica che cresce d’intensità man mano che la luce si accende sul passato, mentre le linee melodiche si contrappongono in un canone infinito.